Quando abbiamo introdotto il concetto di oral-medicine con il primo corso FAD era forse una scommessa su un nuovo modo di vedere la salute del nostro paziente. Di percepire come il cavo orale fosse strettamente legato alla salute dell’individuo. Come tutti i nuovi approcci, in medicina, le resistenze da vincere più importanti vengono da coloro che esercitano la professione. Ma qualcosa lentamente sta profondamente cambiando e la diffusione della medicina orale viene sempre più concepita come un’opportunità terapeutica che amplia i nostri orizzonti clinici ponendo la nostra professione come uno dei cardini della salute del paziente.
Quando mi capita di parlare di microbioma o di biodiversità a un pubblico di non addetti ai lavori spesso chiedo loro quante biodiversità sono presenti nel cavo orale. Cerco di far percepire come noi dobbiamo pensare ad una biogeografia in base all’area anatomica di riferimento.
Per semplificare il concetto è come pensare al mondo e agli statiche lo compongono, e ogni area è occupata da individui con caratteristiche somatiche differenti e spesso usanze differenti. Questo semplice concetto è alla base delle differenti popolazioni microbiche che abitano ogni nostro distretto corporeo. Il cavo orale ne presenta la maggior differenziazione seppur con numeri inferiori rispetto al tratto intestinale. Grazie alle simbiosi ognuno di noi ospita un’incredibile moltitudine di organismi sul proprio corpo, all’interno della bocca e lungo tutto il canale digerente. Basti pensare che il numero di cellule dei soli simbionti batterici è circa 10 volte quello delle nostre cellule. Il genoma umano è composto approssimativamente tra 20 e i 25 mila geni. La popolazione batterica in simbiosi con l’uomo, si aggira attorno ai 125.000, vale a dire circa 6 volte di più dei nostri geni.
Quindi ora siamo pronti per una prima conclusione: i batteri che vivono con noi sono molto più numerosi delle nostre cellule. Fenotipicamente siamo umani, ma genotipicamente siamo sicuramente più batteri. Ma perché questo dovrebbe interessarci? Dopo tutto sembrerebbe che questi batteri, fino a poco tempo fa, non influenzavano più di tanto la nostra salute. Gli studi recenti viceversa hanno ribaltato il paradigma e hanno dimostrato che non si tratta semplicemente di organismi che si trovano in noi per caso ma bensì presiedono a tutte le funzioni vitali, dalla sintesi proteica, al modo di pensare, al fatto se una persona tenda all’obesità o meno, etc..
Alcuni studi hanno evidenziato come l’assimilazione dei farmaci sia intimamente connessa alle interazioni tra i batteri della flora intestinale e le nostre cellule. Sostanzialmente una cosa è sempre più chiara: non si tratta di passeggeri ininfluenti, ma di organismi che vivono in stretta interazione con noi. Un’interazione così stretta da portarci a pensare che dal punto di vista evolutivo l’entità che risulta dalla somma dei diversi organismi che vivono in simbiosi con l’uomo possa essere considerate un’unica entità.